Parodontite: come curarla

parodontite flora batterica

Grazie alle moderne tecniche è quasi sempre possibile guarire dalla parodontite, ma prima di parlare di cure è necessario capire da che cosa è provocata questa patologia, comunemente chiamata anche piorrea.

Cosa causa la parodontite e la perimplantite

La microflora batterica responsabile della parodontite

Parodontite e perimplantite sono provocate dalla stessa microflora batterica che si insinua nelle tasche parodontali, ovvero sotto la gengiva del colletto dei denti, o nella prossimità degli impianti.

L’infiltrarsi di questi microbi crea un danno che porta alla perdita di osso e gengiva, nei casi più gravi sino a produrre mobilità dei denti e conseguente caduta o progressiva perdita della stabilità di un impianto.

Antibiotici contro la piorrea

L’ausilio di antibiotici mirati è spesso indispensabile per curare la parodontite e la perimplantite, tuttavia il loro utilizzo protratto nel tempo sviluppa inevitabilmente resistenze batteriche e quindi maggiori difficoltà nel curare definitivamente queste patologie.

Poiché quindi in diversi casi i pazienti non riescono a guarire in modo definitivo sono consigliabili:

  1. un test microbiologico che analizzi quali batteri sono presenti
  2. un test genetico che evidenzi la propensione ad ammalarsi del paziente.

Grazie ai referti di questi due esami mirati il medico curante potrà impostare la terapia più appropriata.

Efficicia dei trattamenti farmacologici

L’efficacia del trattamento parodontale/peri-implantare dipende da vari fattori tra cui i più importanti sono la risposta biologica individuale, la tipologia e la quantità dei batteri presenti.

La percentuale degli insuccessi delle cure condotte con metodi “tradizionali” è riconducibile a un’incompleta eliminazione dei batteri dalla superficie dentale ed impiantare, nonché dalla gengiva e dall’osso circostanti.

La soluzione LASER

Negli ultimi anni è stato appurato come il laser, tra le sue varie applicazioni in odontoiatria,  contribuisca a decontaminare e sterilizzare le superfici dentali ed implantari.

Benché il  laser sia presente nella pratica comune odontoiatrica da più di 20 anni, il suo utilizzo viene spesso associato dai pazienti ad altri campi, non sempre inerenti alla medicina.

In odontoiatria le sue applicazioni sono molteplici ed estremamente funzionali: si può usare come un bisturi con capacità di taglio e coagulo immediato, o per desensibilizzare dei denti al colletto e altro ancora.

Il laser in parodontologia e implantologiacurare la parodontite

In parodontologia e implantologia si usa il laser per due scopi, fondamentali nel debellare le infezioni batteriche: la decontaminazione e la biostimolazione.

Ma il solo laser non è sufficiente: deve essere associato ad una soluzione ricca di ossigeno (acqua ossigenata a 10 volumi/SiOxyL+), deposta nelle tasche parodontali e perimplantari.

L’interazione tra questa soluzione, assorbita da gengiva, osso, radici dentarie e il raggio laser origina reazioni fotochimiche con produzione di ossigeno singoletto.

Terapia fotodinamica

L’ossigeno singoletto è un radicale libero dell’ossigeno ed è prodotto anche nel nostro organismo come risposta alle aggressioni dal mondo esterno per distruggere le cellule batteriche.

Tuttavia se i batteri sono troppi o eccessivamente aggressivi il poco ossigeno singoletto prodotto dal corpo non riesce ad eliminare tutti i micro-organismi: ecco la necessità di una terapia antibiotica mirata.

Quando la luce laser reagisce con l’acqua ossigenata a 10 volumi irrigata nei tessuti malati forma molte molecole di ossigeno singoletto, in grado di distruggere tutti i batteri: questo procedimento viene chiamato terapia fotodinamica.

Effetti collaterali positivi

Il processo di terapia fotodinamica determina anche una biostimolazione laserassistita, ovvero stimola l’attività delle cellule deputate alla rigenerazione dei tessuti andati perduti con le malattie parodontale e perimplantare: un vero e proprio doping biologico.

La ricerca del dott. Gianluigi Caccianiga ha portato alla produzione di un derivato dell’acqua ossigenata, SiOxyL+ che ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo degli effetti della biostimolazione: interagendo con il laser è in grado di massimizzare l’effetto di decontaminazione, favorendo allo stesso tempo la ricrescita della gengiva e dell’osso.

Quindi. oltre a eliminare i batteri responsabili delle malattie parodontali, il LASER può stimolare la ricrescita dei tessuti ossei danneggiati.

Infatti i risultati delle ultime ricerche pubblicate hanno dimostrato che la parodontite può essere curata fino al  90% dei casi senza il ricorso alla chirurgia, grazie alla terapia fotodinamica con LASER ad alta frequenza.

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