Infiammazione del nervo del dente

Infiammazione del nervo del dente e dolore

Quando il nervo del dente si infiamma provoca il mal di denti, che il più delle volte esplode già forte e causa le cosiddette urgenze odontoiatriche.

Nervo del dente, o meglio endodonto

nervo del dente carie

Carie e infiammazione del nervo dentale

L’interno del dente, ovvero ciò che risiede nelle radici e nella camera pulpare è tecnicamente chiamato endodonto e comprende l’innervazione e la vascolarizzazione che arriva dall’osso di sostegno entrando dagli apici alle radici dentarie.

È proprio qui che hanno origine i dolori causati da infezioni batteriche al nervo del dente.

L’endodonzia consiste nella cura di questa patologia, che per evitare spiacevoli e gravi conseguenze deve essere definitiva da subito.

Urgenze odontoiatriche

Quando si parla di urgenze odontoiatriche ci si riferisce proprio al dolore molto forte e persistente attenuato solo da potenti antidolorifici che agiscono sulla stimolazione dei recettori dolorifici del nervo del dente.

Tali urgenze odontoiatriche sono causate da infezioni batteriche dovute a carie penetranti.

La conseguente infiammazione, comporta una dilatazione delle strutture endodontiche che però non possono espandersi in quanto costrette dalla struttura dura del dente (dentina) conseguentemente si genera il tipico dolore pulsante e martellante.

Quali sono i sintomi dell’infiammazione del nervo del dente?

Devitalizzazione o terapia canalare per intervenire sul nervo del dente?

devitalizzazione nervo del dente

Facciamo subito una distinzione circa la terminologia che in genere si usa negli studi odontoiatrici: devitalizzazione e terapia canalare.

La devitalizzazione significa togliere la vitalità al dente, cioè denervarlo.

La terapia canalare invece si riferisce alla chiusura definitiva del canale radicolare una volta tolto il nervo.

L’obbiettivo primario della devitalizzazione e della terapia canalare è quello di rimuovere l’endodonto di cui fa parte il nervo del dente e di  sterilizzare l’interno del canale radicolare.

In questo modo è possibile rimuovere i batteri responsabili dell’infezione e dell’infiammazione del nervo .

Per la denervazione, dopo adeguata anestesia, si usano oggi degli strumenti rotanti in nichel-titanio, flessibili e resistenti che rimuovono fino all’apice radicolare il nervo del dente.

Il canale viene alesato mediante ripetuti passaggi per dargli una conicità e una forma idonea alla successiva terapia canalare.

Disinfezione con ipoclorito di sodio sì, ma in sicurezza

La disinfezione viene eseguita con ipoclorito di sodio (un analogo della candeggina, per intenderci) mediante ripetuti lavaggi all’interno del canale.

L’ipoclorito sterilizza e rimuove, sciogliendoli, tutti i residui di nervo e dentina rammollita e contaminata dall’azione dei batteri.

Indispensabile, nell’endodonzia, è l’utilizzo della diga di gomma: è un foglio di lattice che isola circonferenzialmente il dente in oggetto garantendo l’impossibilità di contaminazione da parte di saliva o altro.

L’utilizzo di questo ausilio preserva il paziente dal rischio di ingoiare l’ipoclorito o gli strumenti canalari che accidentalmente potrebbero cadere in bocca ed essere ingeriti.

La terapia canalare in endodonzia

La terapia canalare si esegue mediante diverse metodiche, consiste nel sigillare il canale radicolare in modo definitivo, garantendo la guarigione dell’apice radicolare del dente.

Nella metodologia classica si usa un cemento associato a un cono di una speciale gomma termoformabile (guttaperca) che viene condensata nel canale con il calore di uno strumento apposito.

 

Rischi della terapia canalare

nervo del dente infezione batterica

Canale del dente non ben sigillato

Nei casi di inadeguata o imprecisa chiusura del canale del dente, nel tempo, si assiste ad un trafilaggio di batteri residui verso l’esterno dell’apice radicolare del dente.

Si tratta di batteri che causeranno una risposta infiammatoria cronica da parte dell’organismo, sfociante in un granuloma o in una cisti di origine odontogena.

Questo determina la necessità di riaprire e “ ritrattare” il canale dentale rifacendo tutti i passaggi pregressi, fino alla guarigione definitiva del granuloma.

Possibili ascesso e granuloma

Nella malaugurata ipotesi che il granuloma non guarisca o esiti in ascesso occorre ricorrere alla chirurgia con un intervento di “apicectomia”.

In questo caso, previo scollamento della gengiva, si asporta la parte terminale della radice dentale apice e granuloma incluso e si provvede a sigillatura del canale radicolare per via retrograda, cioè dal senso della radice verso la corona.

In questo modo il canale viene sigillato sia in un senso sia nell’altro. L’intervento non è particolarmente doloroso ed il post operatorio ed in genere è ben tollerato dai pazienti.

 

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